giovedì 7 dicembre 2017

Autisti Marziani - Come costruire un robot spaziale e guidarlo su Marte

Oh bene. Siete tutti appassionati di missioni spaziali e seguite minuto per minuto i lanci della NASA?
Sapete perfettamente distinguere tra un lander e un rover, elencare tutti i componenti meccanici e vorreste tanto far parte di quelli che li costruiscono e li guidano? 
Bravissimi! Io no. A me, fino a un paio di anni fa, non importava una beata della Luna e tantomeno di Marte, non sapevo minimamente che diamine fosse un rover e la NASA era quell'ente che fa le magliette fighe che si vedono in The Big Bang Theory. Punto.
Poi, avvicinandomi al CICAP e alla redazione della sua rivista ufficiale QUERY e trovandomi a gestirne le pagine social, mi sono per forza imbattuta anche in questi argomenti. E di conseguenza, a dover fare i conti con la mia ignoranza.
Qualche pezza ce l'ho messa qua e là con alcuni articoli letti on line, ma un concreto aiuto me l'ha dato il libro "Autisti Marziani - Come costruire un robot spaziale e guidarlo su Marte", di Paolo Bellutta e dell'amico Stefano Dalla Casa, edito da Zanichelli per la collana Chiavi di Lettura. 

Un binomio che funziona benissimo: Dalla Casa è un apprezzatissimo giornalista scientifico, che rende immediati concetti che immediati non sono, e Bellutta è un vero "autista marziano", che lavora al JPL, cioè Jet Propulsion Laboratory, a Pasadena, California.

Il libro è idealmente diviso in due parti: la prima introduce anche il lettore più ignorante in materia (tipo me) nel fantastico mondo delle esplorazioni spaziali e, dopo una doverosa panoramica su Marte e sul fascino che da sempre il pianeta rosso ha esercitato su noi uomini, dall'antichità fino ad arrivare ai famosi "canali" che per un po' hanno fatto pensare che ci fosse (o almeno ci fosse stata) della vita su di esso, si passano in rassegna tutti i tentativi per raggiungerlo.
Ecco, per esempio, io mica lo sapevo che già fin dagli anni 60 del secolo scorso sono mandate sonde per tentare di scoprire se c'è davvero acqua sul pianeta. E poi è stato un susseguirsi di missioni, a partire dalla fondamentale Viking, passando per la disastrosa Mars Observer fino ad arrivare a Mars Global Surveyor, nel 1997, con il rover Sojourner, che riesce con successo ad atterrare sul pianeta. 
[Eccola qui la famosa differenza tra rover, lander e orbiter ed effettivamente mi sento molto orgogliosa per averla finalmente appresa: l'orbiter osserva Marte dall'orbita, senza atterrare, il lander atterra ma non si muove, mentre il rover atterra e riesce a muoversi su una superficie extraterrestre.] 
Continuando la storia, scopriamo che dopo alcune missioni fallimentari del 1999, la NASA decide di rifarsi e chiedere al JPL ben due rover: Spirit e Opportunity, che atterrano sani e salvi nel 2004, con lo scopo di capire se è mai esistita acqua allo stato liquido sul pianeta rosso, e che precedono il rover più famoso Curiosity (e questo lo avevo sentito nominare anche io), che aveva invece il compito di capire se Marte sia stato (o sia) idoneo alla vita. 
Fin qui, la parte meramente "storica"; dopo questa carrellata, si entra nel vivo della seconda parte del libro, quella in cui parla Bellutta, ovvero chi sono i veri autisti marziani, come hanno fatto a diventarlo e come si fa a guidare uno di questi cosi dalla Terra. E forse è questa la parte più curiosa e interessante, che non posso sintetizzare ma va solo letta e assaporata. Alcuni tecnicismi ci sono, non lo nego, ma sono riuscita a capirli io e ho fiducia che ci possiate riuscire anche voi, e comunque non ve ne accorgerete perché sarà troppa la curiosità di scoprire come funzionano certe cose così lontane dalla vita comune: insomma, io so a malapena guidare una macchina, mentre questa gente riesce a guidare un rover su Marte. Fantascienza pura!
In conclusione, un libro consigliato di sicuro per chi ha la passione per le missioni spaziali, ma anche semplicemente per chi è curioso e vuole scoprire un mondo che non sempre è così accessibile al grande pubblico.

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